Il colore nel mio destino

Dipingere per me è sempre stata una necessità. Fin da ragazzo ho sempre manifestato questa esigenza. Un piacere ed una voglia di riportare alla luce, fissandole sulla tela, le mie emozioni, la mia fantasia. Un trasporto in un luogo che a volte non conosco ma che sovente mi accorgo di aver vissuto. Lo stimolo dell’appagamento, e del piacere muovono in me la voglia di creare. La tecnica, il colore, i materiali e qualunque altra cosa possa aiutarmi a raggiungere il mio obiettivo sono i miei strumenti. Frammenti di immagini, emozioni, pensieri sfuggenti, ricordi sbiaditi e stati d’animo poi si rincorrono tra le dita.
Durante la mia infanzia accompagnavo spesso mio padre nei suoi giri di lavoro nel centro di Roma. Le immagini della bellezza di Roma Antica ogni volta catturavano la mia attenzione, e nel corso della mia vita questi ricordi sono rimasti impressi nella mia mente: chiari, indelebili, indistruttibili. Questi talvolta riaffiorano e, inevitabilmente, diventano la mia ispirazione. La scelta finale dei colori quasi sempre è il frutto del mio modo di essere e del momento specifico. Offuscati, tenui, opachi, a volte macchiati e rubati al crepuscolo. Il rosa, l’ambra, l’arancione e il nero, il verde oliva e il blu scuro sono così i miei prediletti. Anche qui, forse, nella scelta dei colori c’è il retaggio degli elementi della natura che ho sempre ammirato, e del mio istinto spesso rivolto alla sfera dell’eros e della sessualità.

Rivolgo e dedico queste mie prime riflessioni all’amico Alessandro Demurtas, complice di avermi dato l’opportunità di portare a conoscenza, e di condividere, le mie sensazioni ed emozioni attraverso la rete, gratificandomi nella mia ricerca.

Il colore del mio destino
Roma’nticamente

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